I 7 giardini segreti di venezia che non puoi perderti
- Venezia vanta oltre 500 giardini, molti dei quali segreti e nascosti.
- Il libro 'I giardini di Venezia' fornisce una guida dettagliata a questi spazi verdi, ofteni arricchiti da fotografie spettacolari.
- Uno dei giardini più ammirati è quello dei Corner della Regina alla Giudecca, noto per le sue rarità botaniche.
- Il Labirinto Borges sull'isola di San Giorgio Maggiore copre 2.300 metri quadrati e include oltre 3.000 piante di bosso.
- I Giardini Reali sono stati riaperti al pubblico nel 2019 dopo una ristrutturazione durata cinque anni.
- Il Giardino Mistico degli Scalzi è stato riaperto al pubblico nel 2015 per salvaguardare la biodiversità lagunare.
Venezia, nota per i suoi canali e palazzi storici, nasconde un lato verde e rigoglioso che spesso sfugge all’occhio del visitatore occasionale. La città, infatti, vanta oltre 500 giardini, molti dei quali segreti e nascosti dietro alte mura e facciate di palazzi nobiliari. Questi spazi verdi, che spaziano dai giardini patrizi agli orti monastici, rappresentano una ricchezza inaspettata e offrono un’esperienza unica a chi ha la fortuna di scoprirli.
Il volume “I giardini di Venezia” di Toto Bergamo Rossi e Marco Bay, arricchito dalle fotografie di Marco Valmarana, guida il lettore alla scoperta di questi luoghi privilegiati dove natura, arte e storia si intrecciano. I giardini di Venezia, dai palazzi nobiliari sul Canal Grande a quelli vernacolari delle isole della laguna, sono raccolti e presentati sistematicamente attraverso un’indicizzazione per sestieri.
La storia dei giardini veneziani
La storia dei giardini veneziani è strettamente legata alla storia della città stessa. Le coraggiose genti venete si rifugiarono nell’estuario della laguna per sfuggire alle invasioni barbariche, piantando pali di legno per costruire le fondamenta delle abitazioni. Con l’ausilio di tronchi d’albero e rami, arginarono appezzamenti di terra per coltivare ortaggi e ricoverare animali domestici. La città si sviluppò seguendo il corso dei canali e dei fiumi che sfociavano nella laguna.
Nel Cinquecento, il governo della Serenissima istituì il Magistrato alle Acque con l’intento di salvaguardare l’ecosistema della laguna di Venezia. La città, contornata dalla laguna e senza periferia, si sviluppò con un tessuto urbano fitto, tipico delle città gotiche, senza mura difensive ma protetta dalla laguna stessa. I rari spazi verdi erano coltivati nelle isole della laguna intorno a Venezia, mentre le farmacie dei monasteri svolgevano un importante ruolo nello studio della botanica.
Uno dei giardini più ammirati era quello dei Corner della Regina alla Giudecca, noto per la sua collezione di rarità botaniche provenienti dalle isole greche e da Cipro. I Corner coltivavano anche un altro celebrato giardino nell’isola di Murano, innalzato come un casino villa palladiana, demolito all’inizio dell’Ottocento. Sul Canal Grande di Murano sopravvive, in pessime condizioni, il casino Trevisan, palazzo eretto dall’umanista Daniele Barbaro verso il 1570, con possibile coinvolgimento di Andrea Palladio.
I giardini segreti di oggi
Oggi, molti di questi giardini segreti sono visitabili, anche se non sempre e solo in alcuni periodi dell’anno. Tra i più noti vi sono i Giardini della Biennale di Venezia, i giardini pubblici più estesi del centro storico, sede della celebre rassegna fin dalla prima edizione del 1895. La Serra Margherita, a poca distanza dai Giardini della Biennale, è stata ristrutturata per accogliere esposizioni di piante esotiche e rappresenta un’oasi di bellezza e tranquillità.
Nel sestiere di Castello, presso la Chiesa di San Francesco della Vigna, si trovano antichi orti coltivati dai frati francescani. Oggi, queste zone verdi sono gestite dall’Ordine dei frati minori e la coltura predominante è la vigna, come suggerisce il nome della chiesa. Un altro giardino nascosto è il Giardino Mistico degli Scalzi, nel sestiere di Cannaregio, pochi passi dalla stazione ferroviaria di Santa Lucia. Dal 2015, dopo un restauro, il giardino è stato riaperto al pubblico con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità lagunare.
Un patrimonio botanico e culturale
Tra i giardini più affascinanti della città vi è il Labirinto Borges sull’isola di San Giorgio Maggiore, uno spazio di 2.300 metri quadrati con oltre tremila piante di bosso alte 90 cm, realizzato in omaggio al grande scrittore argentino. Vicino a San Marco, i Giardini Reali, riaperti al pubblico nel 2019 dopo una ristrutturazione durata cinque anni, nascono da un progetto napoleonico e sono interessanti dal punto di vista botanico per le diverse varietà presenti.
Il giardino di Palazzo Grimani ai Servi, a Cannaregio, presenta una piccola fontana e un labirinto circolare in bosso, mentre il giardino di Palazzo Morosini dal Giardin, sempre a Cannaregio, è curato da una comunità di suore domenicane e presenta una vegetazione varia con fiori, orti e alberi da frutto. Il Roseto del Silenzio, nel giardino del Seminario Patriarcale adiacente alla Basilica della Salute, ospita rose antiche ed è nato come luogo di ricreazione per gli studenti del seminario.
I nostri consigli di viaggio
Per i viaggiatori occasionali, visitare i giardini segreti di Venezia può rappresentare un’esperienza unica e indimenticabile. Consigliamo di pianificare la visita in anticipo, verificando le aperture stagionali e prenotando eventuali tour guidati per non perdere l’opportunità di scoprire questi angoli nascosti della città.
Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di esplorare anche i giardini meno conosciuti e di dedicare del tempo alla scoperta delle isole della laguna, dove si trovano alcuni dei giardini più affascinanti e meno affollati. Inoltre, partecipare a eventi speciali come la Biennale di Venezia può offrire l’occasione di visitare giardini solitamente chiusi al pubblico e di ammirare opere d’arte contemporanea immerse nel verde.
In conclusione, i giardini segreti di Venezia non sono solo un patrimonio botanico, ma anche culturale e storico, che merita di essere scoperto e valorizzato. Ogni visita a questi luoghi offre l’opportunità di riflettere sulla stretta relazione tra natura e cultura, e di apprezzare la bellezza nascosta di una città unica al mondo.