Scoperta incredibile: la Via Appia diventa patrimonio mondiale dell’Unesco

L'Unesco ha riconosciuto la Via Appia come sito di eccezionale valore universale. Scopri come questa strada romana influenzerà il futuro dei territori attraversati.

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  • L'Unesco ha aggiunto 24 nuovi siti alla lista del Patrimonio mondiale nel 2024.
  • La Via Appia, lunga 800 chilometri, è una delle più importanti strade romane riconosciute.
  • Il piano di gestione del sito coinvolge 13 città metropolitane e 25 università.

L’Unesco ha recentemente annunciato l’inclusione di 24 nuovi siti nella lista del Patrimonio mondiale, portando il totale a 1.223 siti. Tra le nuove aggiunte del 2024 spiccano l’antica strada romana in Italia e le dune di sabbia in Brasile. Questi siti sono stati riconosciuti per il loro eccezionale valore universale e sono ora soggetti al più alto livello di protezione del patrimonio.

Tra i nuovi siti, l’Asse centrale di Pechino in Cina, istituito per la prima volta nel 1271, è un complesso che attraversa il centro della città e comprende antichi palazzi, giardini imperiali e strutture cerimoniali. In Romania, il Complesso monumentale Brâncuși di Târgu Jiu, progettato nel 1937-1938 da Constantin Brâncuși, onora i caduti della Prima Guerra Mondiale e rappresenta una fusione di scultura astratta, architettura e paesaggio.

Il Paesaggio culturale del lago Kenozero in Russia, iniziato nel XII secolo dopo la colonizzazione slava, comprende insediamenti rurali con strutture vernacolari in legno e chiese decorate con soffitti dipinti. La proprietà Frontiere dell’Impero romano – Dacia in Romania include 277 parti che rappresentano il confine terrestre più lungo e complesso dell’ex provincia romana in Europa.

In Iran, Hegmataneh offre testimonianze della civiltà dei Medi del VII e VI secolo a.C., mentre in Sudafrica, i siti dell’eredità di Nelson Mandela rappresentano la lotta per i diritti umani, la libertà e la riconciliazione. In Etiopia, i siti archeologici e paleontologici di Melka Kunture Balchit conservano documenti che testimoniano l’occupazione dell’area da parte di gruppi hominini due milioni di anni fa.

In India, i Moidams, sistema di sepolture a tumulo della dinastia Ahom, sono situati ai piedi della catena montuosa di Patkai e rappresentano una geografia sacra. In Thailandia, il monte Phu Phrabat ospita la più grande collezione di pietre Sīma del periodo Dvaravati, mentre in Burkina Faso, la Corte reale di Tiébélé testimonia l’organizzazione sociale e i valori culturali del popolo Kasena.

Le miniere d’oro dell’isola di Sado in Giappone illustrano metodi di estrazione non meccanizzati, mentre il Monastero di Sant’Ilarione / Tell Umm Amer in Palestina rappresenta uno dei primi siti monastici del Medio Oriente. In Germania, l’Ensemble della residenza di Schwerin comprende il Palazzo della Residenza e altri edifici culturali e sacri.

Il complesso di grotte del Parco Nazionale di Niah in Malesia contiene testimonianze dell’interazione dell’uomo con la foresta pluviale per almeno 50.000 anni. In Arabia Saudita, il paesaggio culturale dell’area archeologica di Al-Faw è un punto strategico delle antiche rotte commerciali della penisola arabica.

In Sudafrica, i siti di occupazione del Pleistocene esemplificano lo sviluppo del comportamento umano moderno, mentre in Kenya, la città storica di Gedi rappresenta un importante insediamento swahili. In Giordania, Umm Al-Jimāl conserva strutture basaltiche del periodo bizantino e del primo periodo islamico.

La Via Appia in Italia, lunga 800 chilometri, è una delle strade monumentali più importanti costruite dagli antichi Romani. Il Deserto di Badain Jaran in Cina è noto per le sue mega-dune e laghi interdunali, mentre il Parco nazionale dei Lençóis Maranhenses in Brasile è famoso per le sue dune costiere bianche e lagune temporanee.

Il Flow Country in Scozia è un importante esempio di paesaggio di torbiera, mentre la Grotta di Vjetrenica in Bosnia ed Erzegovina è nota per la sua biodiversità endemica. Infine, le Isole Marchesi in Francia rappresentano una testimonianza dell’occupazione territoriale dell’arcipelago da parte della civiltà umana.

Via Appia: tour virtuale lungo la Regina viarum, patrimonio mondiale dell’umanità

Un viaggio virtuale lungo la Via Appia, definita dal poeta Stazio nel I secolo d.C. come Regina Viarum, offre una panoramica della storia di questa strada consolare recentemente iscritta nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità. La candidatura, proposta dal Ministero della Cultura italiano, è il risultato di un lavoro di squadra che ha coinvolto quattro regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi e 25 università.

La costruzione della Via Appia iniziò nel 312 a.C. durante le guerre sannitiche sotto la supervisione del censore Appio Claudio, detto Cieco. Il primo tratto, da Roma a Terracina, era un rettifilo di 90 chilometri progettato per permettere il rapido spostamento delle truppe. Questa grande opera ingegneristica comprendeva ponti e viadotti e fu caratterizzata da numerosi monumenti, tra cui tombe e mausolei.

La strada fu successivamente estesa verso sud, raggiungendo Capua, Benevento, Taranto e infine Brindisi. Durante l’epoca imperiale, l’imperatore Traiano realizzò una variante, la Via Traiana, che da Benevento si dirigeva verso la costa. La Via Appia divenne così una via di grandi comunicazioni e un importante strumento di diffusione della civiltà urbana.

Oggi, la Via Appia è riconosciuta non solo per il suo valore ingegneristico, ma anche come strada della cultura che collegava Roma con la Grecia e il Medio Oriente. Le colonne terminali di Brindisi sono tra i monumenti più famosi associati a questa strada.

Via Appia sito Unesco, gli Ordini degli Architetti scendono in campo

L’iscrizione della Via Appia nella lista dei siti Unesco è stata ufficializzata il 27 luglio durante la 46ª sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale a Nuova Delhi. Questo riconoscimento sottolinea l’importanza della Via Appia come collegamento millenario che ha messo in rete territori e comunità sin dai tempi dei Romani.

Gli Ordini degli Architetti delle province attraversate dalla Via Appia-Traiana (Roma, Latina, Caserta, Benevento, Avellino, Potenza, Matera, Taranto, Brindisi, Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia) hanno deciso di costruire una rete per intervenire e svolgere un ruolo attivo nella fase di attuazione del piano di gestione del sito. Questo piano mira alla valorizzazione e patrimonializzazione dei beni lungo il tracciato, con l’obiettivo di coniugare la programmazione urbanistica e territoriale con la tutela del paesaggio e la promozione dello sviluppo socio-economico dei territori interessati.

Il Ministero della Cultura ha sottolineato l’importanza di rafforzare il senso di comune appartenenza e di generare una consapevolezza condivisa sulla responsabilità collettiva della tutela del bene. Questo riconoscimento Unesco offre un’opportunità di sviluppo e richiede una governance adeguata alla dimensione territoriale e al carattere seriale del sito.

Via Appia patrimonio Unesco: in vista “ricadute positive” per la Capitanata

Il riconoscimento della Via Appia da parte dell’Unesco è una riprova dell’importanza di questa strada millenaria come collegamento tra territori. Francesco Faccilongo, presidente dell’Ordine degli Architetti, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Foggia, evidenzia le possibili ricadute positive per il territorio della Capitanata, attraversato dalla Via Appia.

Numerosi comuni del foggiano, tra cui Troia, Foggia, Castelluccio dei Sauri, Ascoli Satriano, Ordona e Cerignola, sono interessati dal passaggio della Via Appia. Questi territori presentano evidenze archeologiche che testimoniano la valenza dei beni storico-artistici, architettonici, paesaggistici e naturalistici lungo l’intero tracciato.

L’Ordine degli Architetti della provincia di Foggia ha aderito alla rete dei dodici ordini delle province attraversate dalla Via Appia, con l’obiettivo di valorizzare e tutelare questo patrimonio. Un protocollo con il Ministero della Cultura sarà presto sottoscritto per dare avvio a un percorso di valorizzazione e riqualificazione dei beni lungo la Via Appia.

I nostri consigli di viaggio

Per i viaggiatori occasionali, un consiglio utile è quello di pianificare una visita alla Via Appia durante la primavera o l’autunno, quando il clima è più mite e le giornate sono ideali per esplorare i numerosi siti archeologici lungo il percorso. Non dimenticate di portare con voi una buona guida turistica e di indossare scarpe comode per camminare lungo i tratti più suggestivi della strada.

Per i viaggiatori esperti, un suggerimento interessante è quello di esplorare le varianti meno conosciute della Via Appia, come la Via Traiana, che offre un percorso alternativo e altrettanto affascinante. Considerate anche l’opportunità di partecipare a tour guidati che offrono approfondimenti storici e archeologici, arricchendo ulteriormente la vostra esperienza di viaggio.

La Via Appia non è solo una strada antica, ma un viaggio nel tempo che collega culture e civiltà. Riflettete su come le strade che percorriamo oggi possano diventare i patrimoni di domani, e su come ogni viaggio possa arricchire la nostra comprensione del mondo e della nostra storia comune. Buon viaggio!


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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