Scoperta straordinaria: una città Maya perduta emerge nella giungla messicana
- Utilizzo della tecnologia LiDAR per scoprire oltre 6.500 strutture nascoste nella giungla.
- La città di Valeriana potrebbe aver ospitato tra 30.000 e 50.000 abitanti tra il 750 e l'850 d.C.
- Scoperta di templi piramidali, strade rialzate e anfiteatri, dimostrando una complessa organizzazione urbana Maya.
Nel cuore della giungla messicana, un team di ricercatori ha portato alla luce una città perduta della civiltà Maya, un evento che sta riscrivendo la storia dell’archeologia. La scoperta, avvenuta quasi per caso, è stata guidata da Luke Auld-Thomas e dal professor Marcello Canuto dell’Università di Tulane. Utilizzando la tecnologia LiDAR, che permette di mappare strutture nascoste sotto la vegetazione, i ricercatori hanno identificato oltre 6.500 strutture umane, tra cui una città sconosciuta, che hanno chiamato Valeriana. Questo sito, situato vicino a Campeche, in Messico, potrebbe aver ospitato tra i 30.000 e i 50.000 abitanti, un numero sorprendente se si considera l’epoca in cui fu costruito, tra il 750 e l’850 d.C.
La tecnologia LiDAR: una finestra sul passato
La scoperta della città di Valeriana è stata resa possibile grazie all’uso innovativo della tecnologia LiDAR (Light Detection and Ranging). Questo metodo di telerilevamento utilizza impulsi laser per mappare il terreno sottostante, permettendo di vedere attraverso la fitta vegetazione della giungla. Luke Auld-Thomas ha scoperto i dati di un’indagine LiDAR condotta da un’organizzazione messicana per il monitoraggio ambientale mentre navigava su internet. Una volta elaborati i dati, è emersa una mappa dettagliata della città, rivelando un complesso urbano che si estende su una superficie pari a quella di Edimburgo. La città comprende templi piramidali, strade rialzate, anfiteatri e un campo sportivo, dimostrando la complessità e la ricchezza della civiltà Maya.
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Implicazioni storiche e culturali
La scoperta di Valeriana sfida le idee preconcette sulla civiltà Maya e il loro ambiente. Il professor Marcello Canuto sottolinea come questa scoperta contribuisca a modificare l’idea occidentale che vede i tropici come luoghi in cui le civiltà andavano a morire. Al contrario, la regione era un centro di culture ricche e complesse. Sebbene la professoressa Elizabeth Graham dell’University College di Londra non abbia preso parte alla ricerca, ha dichiarato che i dati ottenuti rinforzano la convinzione che i Maya abitassero in realtà urbane e centri complessi invece che in comunità isolate. Gli archeologi ritengono che il cambiamento climatico possa essere stato uno dei fattori che hanno portato all’abbandono della città. Questa scoperta offre nuove prospettive sulla struttura sociale e politica dei Maya, suggerendo che le loro città erano molto più avanzate di quanto si pensasse.
I nostri consigli di viaggio
Per i viaggiatori occasionali, visitare i siti archeologici Maya può essere un’esperienza affascinante e istruttiva. È consigliabile pianificare il viaggio durante la stagione secca per evitare le piogge torrenziali che possono rendere difficoltoso l’accesso ai siti. Portare con sé un buon paio di scarpe da trekking è essenziale per esplorare i terreni accidentati.
Per i viaggiatori esperti, un’opzione interessante potrebbe essere quella di partecipare a tour guidati che offrono un’immersione più profonda nella storia e nella cultura Maya. Questi tour spesso includono visite a siti meno conosciuti, offrendo un’esperienza più autentica e lontana dalle folle turistiche.
In conclusione, la scoperta della città di Valeriana non solo arricchisce la nostra comprensione della civiltà Maya, ma offre anche nuove opportunità per esplorare e apprezzare le meraviglie del passato. Che siate viaggiatori occasionali o esperti, un viaggio alla scoperta delle antiche città Maya può essere un’esperienza indimenticabile, capace di stimolare la riflessione personale e arricchire la vostra visione del mondo.
- Sito ufficiale del professore Marcello Canuto, diretto del Middle American Research Institute e professore di Antropologia presso l'Università di Tulane, per approfondire sulla sua ricerca e sul team di studio che ha scoperto la città Maya perduta.
- Sito ufficiale dell'Istituto di Ricerca dell'Università di Tulane, pagina dedicata all'utilizzo della tecnologia LiDAR nell'archeologia, fonte diretta per approfondire la scoperta della città Maya perduta.