Scopri le preziose reliquie dei santi a Piacenza: un tour imperdibile

Un viaggio attraverso le vite dei santi più venerati di Piacenza con il tour 'Sulle tracce dei Santi: preziose reliquie a Piacenza'. Un'occasione unica per esplorare la storia e la devozione nei luoghi di culto della città.

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  • Il tour inizia al Museo Kronos con una esposizione temporanea sulle reliquie dei santi.
  • Scopri che la chiesa di San Savino ospita dodici santi e beati nella sua cripta.
  • Esistono due ampolle con il sangue di Sant'Antonino, sfatando il mito che ve ne sia solo una.
  • La chiesetta di Santa Maria in Cortina ospita un pozzo di 3,30 metri di profondità, legato alla storia del martirio di Sant'Antonino.

Sulle tracce dei Santi: preziose reliquie a Piacenza

Dietro ogni Santo si celano straordinarie vicende. Storie di credenza, devozione e miracoli straordinari.

A partire dall’esposizione temporanea al Museo Kronos, il tour Sulle tracce dei Santi: preziose reliquie a Piacenza guiderà i visitatori attraverso le vite dei santi più venerati della città, non solo nella Cattedrale, ma anche in vari luoghi di culto del centro storico, come San Savino e la chiesetta di Santa Maria in Cortina.

Apprenderemo, ad esempio, che la chiesa di San Savino fu un tempo dedicata ai Dodici Apostoli e che nella cripta sono onorati ben dodici santi e beati. Inoltre, esistono ben due ampolle con il sangue di Sant’Antonino in città, sfatando il comune mito che ve ne sia solo una. Cosa rappresentano realmente la botola e la grata che conducono al pozzo di 3,30 metri di profondità in Santa Maria in Cortina: potrebbe essere il luogo dove Savino trovò il corpo del martire Sant’Antonino?

Svariati aneddoti si intrecciano con le reliquie, le vite e i miracoli dei santi piacentini, e li scopriremo insieme domenica 20 gennaio alle 16:00. Piacenza da scoprire, la serie di visite serali tematiche e tour guidati che arricchisce l’offerta culturale della città per un anno intero grazie alla collaborazione tra CoolTour e Kronos – Museo della Cattedrale, ritorna dopo la pausa delle festività natalizie per permettere l’esibizione di Natale Ad Arte.

L’appuntamento è presso il Museo Kronos (ingresso da via Prevostura 7, dietro la cattedrale di Piacenza) alle 16:00. La prenotazione è obbligatoria. La quota di partecipazione è di 6 € per tariffa intera; 4 € per i bambini dai 6 ai 14 anni e per quei visitatori in possesso del biglietto d’ingresso del Museo Kronos o del Museo della Collezione Mazzolini di Bobbio; e di 3 € per i bambini sotto i 6 anni. Per informazioni e prenotazioni: 331 4606435 o [email protected]. Tutte le informazioni sugli eventi legati al museo sono sul sito www.cattedralepiacenza.it.

Nota: Questa visita non prevede la discesa al pozzo di Sant’Antonino (evento per il quale è necessaria la prenotazione con possibile ulteriore biglietto, se posti disponibili, il giorno stesso al termine della visita). Tuttavia, sarà possibile accedere eccezionalmente alla chiesetta di Santa Maria in Cortina.

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  • 🤔 Un tour interessante, ma il costo potrebbe scoraggiare molti......
  • 🚶‍♂️ La Via Francigena e la storia nascosta delle reliquie......

Santa Giustina di Piacenza: storia, tradizione e culto

Per celebrare il Millenario di Santa Giustina, compatrona di Piacenza, monsignor Domenico Ponzini ha realizzato una summa sulle tracce della Santa nel culto e nella tradizione della diocesi di Piacenza. Pubblicata nel 2001, l’opera è il frutto della revisione sistematica e ragionata delle fonti e della bibliografia esistenti in materia, ed è arricchita da un vasto corredo iconografico.

Santa Giustina è una figura centrale nella tradizione religiosa piacentina. La sua venerazione è documentata da vari manoscritti storici e opere d’arte che celebrano la sua vita e i miracoli. Le reliquie della Santa, venerata nella Cattedrale di Santa Maria Assunta di Piacenza, sono oggetto di devozione da parte dei credenti.

La presenza di Santa Giustina a Piacenza esemplifica come la fede e le tradizioni religiose possano modellare l’identità e la storia di una comunità. La sua figura è celebrata non solo attraverso riti religiosi, ma anche con studi e pubblicazioni che ne approfondiscono la conoscenza e il simbolismo.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta di Piacenza

L’Emilia-Romagna è terra di antiche rotte mercantili e itinerari di pellegrinaggio, calpestati da papi, sovrani, eserciti, monaci, e viandanti, mantenendo un legame con il Vaticano. La Via Francigena, percorso culturale riconosciuto dal Consiglio d’Europa dal 1994, è amministrata dall’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF), che nel 2021 ha celebrato il suo ventesimo anniversario.

La Via rappresenta un chiaro esempio di come un percorso storico possa essere riscoperto in chiave culturale e turistica, attirando annualmente decine di migliaia di camminatori e ciclisti desiderosi di esplorare il territorio in modo alternativo e autentico. L’itinerario di 3.200 km inizia in Inghilterra, attraversa Francia, Svizzera e Italia fino a Roma, centro della Cristianità e tomba di Pietro, per poi proseguire verso i porti d’imbarco della Puglia e infine Gerusalemme.

In Emilia-Romagna, sei tappe per un totale di 143 km offrono scorci, emozioni e comunità uniche, dal fiume Po e il suggestivo Guado di Sigerico, attraverso città d’arte come Piacenza, piccole città di interesse come Fidenza, borghi in paesaggi naturali di grande bellezza, fino al passo della Cisa, valico appenninico che porta in Toscana a Pontremoli.

Lungo questo cammino che combina spiritualità e arte, sorge la cattedrale di Piacenza, dedicata a Santa Maria Assunta, un pregevole esempio di architettura romanica padana con caratteristiche uniche nel panorama ecclesiastico italiano. Un’iscrizione sulla facciata indica il 1122 come anno di avvio dei lavori.

Si ritiene che tra il 1122 e il 1160 siano state erette la parte absidale-presbiteriale con il transetto, il lato nord con la torre fino a un certo livello, la parte bassa della facciata e le prime due campate della navata sud. Si suppone un’influenza da architetture normanne e anglo-normanne. Parti del XIII secolo completano il resto dell’edificio. La facciata, con i portici, vanta importanti rilievi attribuiti a Wiligelmo e Niccolò, autore ritenuto della suggestiva lunetta zodiacale, tra le più antiche occidentali.

Alla sommità del campanile, terminato nel 1333, svetta la statua segnavento chiamata Angil dal Dom, il più antico strumento meteorologico piacentino, posizionata nel 1341. Si evidenzia la gabbia in ferro, sospesa sotto la cella campanaria e voluta da Ludovico il Moro nel 1495 per rinchiuderne i sacrileghi, usata principalmente come monito per i malviventi.

L’interno imponente, a croce latina, dotato di tre navate e transetto, vanta la presenza delle celebri formelle delle corporazioni, del XII secolo, attribuite all’Officina di Niccolò. Una delle colonne presenta la scultura del Pellegrino, dedicata ai viandanti di fede.

Tra le pitture murali, la più antica è San Cristoforo nel transetto sinistro della seconda metà del XIII secolo, situata vicino a un battistero molto antico.

Uno splendido grande polittico ligneo, opera di Antonio Burlengo e Bartolomeo da Groppallo (1443-47) raffigura i santi venerati in diocesi e sovrasta il presbiterio, dove si trova anche l’eccezionale coro di Gian Giacomo Genovesi (1466-71). Tra 1599 e 1609, il vescovo Claudio Rangoni inserì nuove decorazioni nel presbiterio, commissionando a Camillo Procaccini, Ludovico Carracci e ai loro assistenti (Lorenzo Garbieri e Giacomo Cavedoni) il completamento della volta a crociera.

Del ciclo di affreschi fanno pure parte opere separate e dipinti conservati nel Vescovado, tra cui il Transito di Maria di Procaccini e Profeti di Carracci nella zona di ingresso. Le tele in seguito sono state trasferite a Parma, presso la Galleria Nazionale. La maestosa cupola è stata decorata tra 1625 e 1627: Davide e Isaia da Morazzone, i restanti profeti da Guercino, le lunette e il fregio in grisaille dagli assistenti.

Durante il governo del Vescovo Giorgio Barni, le decorazioni degli spazi sotto la cupola furono affidate a Marcantonio Franceschini, il quale operò anche nella cappella della Madonna del Popolo. Di lui è rimasto solo l’opera <<Sogno di San Giuseppe e poche altre.

Nel 1852-56 iniziarono interventi di rinnovamento condotti dall’architetto Giovanni Maiocchi, adottando uno stile gotico per le aree della cappella trasversale e del transetto. L’interno fu ulteriormente abbellito tra il 1872 e il 1875 con affreschi di Tiburzio de Rogatis e Giovanni Bertini.


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