Scoperta shock: le spiagge italiane sono molto meno di quanto pensi
- La superficie totale delle spiagge italiane è di appena 120 chilometri quadrati, equivalente all'area del Municipio di Ostia a Roma.
- Circa il 50% dei litorali italiani è in erosione, con oltre 1.300 chilometri di scogliere frangiflutti costruite.
- La Liguria ha solo il 2% della superficie totale delle spiagge in Italia, con una profondità media di 26 metri.
L’Italia, con i suoi 8.300 chilometri di costa, è spesso percepita come un paradiso di spiagge abbondanti. Tuttavia, un recente rapporto dell’Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha rivelato una realtà sorprendentemente diversa. La superficie totale delle spiagge italiane è di appena 120 chilometri quadrati, una cifra che equivale all’area del Municipio di Ostia a Roma. Questo dato emerge dal censimento aggiornato delle spiagge italiane, che ha utilizzato ortofoto e immagini satellitari ad alta definizione per mappare ogni tratto di costa.
Le spiagge italiane, mediamente profonde circa 35 metri, occupano il 41% delle coste, ovvero circa 3.400 chilometri su un totale di oltre 8.300 chilometri. La distribuzione della superficie delle spiagge non è uniforme tra le diverse regioni: le regioni del sud e le isole maggiori, come Calabria, Sicilia e Sardegna, contano oltre due terzi delle spiagge italiane. In particolare, la Calabria da sola rappresenta il 20% della superficie totale delle spiagge italiane.
La gestione sostenibile contro l’erosione costiera
Il rapporto Ispra non si limita a fotografare lo stato attuale delle spiagge, ma pone anche l’accento sulla gestione sostenibile delle stesse per contrastare l’erosione costiera e gli effetti del cambiamento climatico. Un aspetto cruciale è la presenza di dune naturali, che fungono da barriera contro l’erosione e assorbono la potenza delle onde. Tuttavia, lo sviluppo turistico ha spesso portato all’abbattimento di queste dune per fare spazio a stabilimenti balneari, alberghi e ristoranti.
Un altro elemento importante è la gestione dei cumuli di posidonia spiaggiata, una pianta acquatica che può prevenire la sottrazione di sabbia durante le mareggiate. Questi residui sono spesso rimossi durante la pulizia meccanica dei litorali, un’azione che favorisce ulteriormente l’erosione costiera. Secondo il rapporto, circa il 50% dei litorali italiani è in erosione, e le opere di difesa come le scogliere frangiflutti, estese per oltre 1.300 chilometri, sono spesso progettate senza una visione olistica, intervenendo su interessi economici specifici locali.
Le discrepanze regionali e le concessioni balneari
Il censimento Ispra ha evidenziato significative discrepanze regionali nella gestione delle spiagge. Ad esempio, in Liguria, le spiagge rappresentano solo il 2% della superficie totale occupata da spiagge in Italia, con una profondità media di appena 26 metri. Questo dato è in netto contrasto con le spiagge adriatiche, che sono generalmente più profonde, con il Veneto che registra una profondità media di 67 metri e l’Emilia-Romagna di 72 metri.
La gestione delle concessioni balneari è un altro tema caldo. In Liguria, quasi il 70% delle spiagge è in concessione a stabilimenti balneari, una situazione che ha portato a contestazioni sulla direttiva Bolkestein, che impone la messa a gara delle concessioni del demanio marittimo. Secondo stime, il demanio marittimo in Italia ha una superficie di 381 chilometri quadrati, di cui 127 chilometri quadrati sono occupati da porti, aeroporti, parchi e aree industriali. Il rapporto Ispra conferma che le spiagge sono una risorsa rara, soprattutto in regioni come la Liguria.
Monitoraggio e dati aggiornati
Ispra ha pubblicato sul portale delle Coste un database geografico degli elementi dell’assetto costiero, integrato con la componente delle spiagge. Ogni elemento spiaggia è corredato da informazioni dettagliate, come la geometria, la superficie del tratto di costa occupato e la tipologia di substrato. Quest’anno sono stati aggiunti elementi riguardanti la gestione sostenibile delle spiagge per contrastare l’erosione costiera e gli effetti dei cambiamenti climatici.
Un aspetto interessante riguarda la presenza di accumuli di biomassa, come le banquette di posidonia spiaggiata o altri materiali vegetali. Questi accumuli, se non eliminati, possono costituire un elemento di “elasticità della spiaggia” contro l’azione delle mareggiate. Secondo i rilievi, circa il 53% delle spiagge italiane presenta tracce di accumuli di biomassa, una quantità che tende a variare da una stagione all’altra e da un anno all’altro.
I nostri consigli di viaggio
Per i viaggiatori occasionali, è fondamentale comprendere l’importanza di rispettare e preservare le spiagge durante le vacanze. Evitate di rimuovere la posidonia spiaggiata e rispettate le dune naturali, che sono cruciali per la protezione costiera. Quando scegliete una destinazione, considerate l’impatto ambientale delle vostre attività e optate per strutture che adottano pratiche sostenibili.
Per i viaggiatori esperti, esplorare le spiagge meno conosciute e meno affollate può offrire un’esperienza unica e autentica. Le “pocket beach” tra le scogliere dell’Asinara o le spiaggette tra i porti e le scogliere artificiali delle città di mare sono gemme nascoste che meritano di essere scoperte. Inoltre, partecipare a iniziative di volontariato per la pulizia delle spiagge può essere un modo significativo per contribuire alla loro conservazione.
In conclusione, le spiagge italiane sono una risorsa preziosa e limitata che richiede una gestione attenta e sostenibile. Ogni viaggiatore può fare la propria parte per preservare questi ambienti fragili, garantendo che possano essere goduti dalle future generazioni. Buon viaggio e ricordate: la bellezza delle nostre coste dipende anche da voi.